05-05-2023

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Medicina

La visita posturale: un approccio olistico per essere in salute

Luca Morgera

La visita posturale è un tipo di valutazione clinica-funzionale che deve mirare alla ricerca degli elementi disfunzionali che possano essere inseriti in un quadro di adattamenti e compensi del corpo capaci di innescare nel paziente un sintomo doloroso anche a distanza dal sito di origine.  
 
Si tratta di un approccio olistico in grado di integrare le informazioni provenienti da una batteria di test posturali che il professionista sceglierà in base alle possibilità che si profileranno dopo l’intervista preliminare del paziente. 
Infatti, a seconda del motivo del consulto, sarà utile includere un determinato test a discapito di altri, seguendo un principio di utilità dello stesso, di facilità di esecuzione (secondo criteri di età, mobilità, eventuale stato di dolore) e di riproducibilità nelle visite successive. 
 
Parliamo di azioni solitamente non complesse, che lo specialista fa eseguire al paziente sotto controllo diretto e che sono in grado di fornire informazioni interpretabili in maniera univoca. 
  • Nell'ambito di una valutazione dell’appoggio con ausilio strumentale di una pedana baropodometrica i suddetti test possono, quindi, essere utili per integrare i dati oggettivi della baropodometria con importanti informazioni qualitative. 
  • Nel descrivere i vari test è opportuno iniziare dal test di rotazione del capo. Quest' ultimo è legato alla libertà funzionale della regione del collo e delle muscolature annesse, sarà positivo il lato della restrizione di movimento.
  • Un altro test base è il cosiddetto bending test, in cui si invita il paziente ad effettuare un piegamento in avanti, nel quale considereremo una valutazione della colonna nella sua interezza nei diversi piani dello spazio. 
 
Partendo da queste informazioni basilari può risultare estremamente significativo concentrarsi sull’analisi dei recettori posturali in grado di interferire con la biomeccanica del paziente (e quindi in grado di creare anomalie anche nei primi due test citati).
  • Analizzando il recettore occhio, ad esempio, si creano dei collegamenti tra la funzione visiva e l’azione dei muscoli oculomotori, oltre ovviamente alla mediazione delle fasce muscolari coinvolte nella rotazione, inclinazione ed elevazione della testa.
  • La valutazione dell’occlusione dentale, della classe dentale e alcuni specifici test dedicati possono, invece, estrinsecare trazioni del paziente in senso anteriore o posteriore giustificando, ad esempio, algie della regione toracica oltre che cervicale.
  • Per l’analisi strutturale della pelvi, delle ginocchia e dell’appoggio plantare esistono centinaia di test clinici e anche in questo caso sarà cura dello specialista scegliere la sequenza più adeguata.
  • Meritevoli di menzione sono, inoltre, i test dedicati al recettore cutaneo. La pelle, infatti, è sicuramente l’organo di senso più esteso del corpo umano e negli anni è stato dato sempre più spazio nella visita posturale proprio all’analisi delle cicatrici ipertrofiche e/o cheloidi, vere e proprie regioni corporee in grado di condizionare il tono muscolare, inducendo  rotazioni e bascule del corpo o perdita nel range del movimento. 
 
In conclusione possiamo oggi affermare con sicurezza che scopo essenziale di una visita posturale è cercare di effettuare la sintesi di una pluralità di input del sistema-corpo e di inserire gli stessi nell’ottica del raggiungimento del miglior stato di salute possibile, considerando ogni singolo ingranaggio di questo affascinante meccanismo che ci accompagna dai timidi passi dei primi mesi di vita fino allo stanco incedere della tarda età.
 
 
Dott. Luca Morgera 
Podologo, Posturologo
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