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Le congiuntiviti allergiche

Le congiuntiviti allergiche

06/05/2024

La terapia medica utilizza prevalentemente lacrime artificiali, colliri antistaminici e cortisonici. Tuttavia deve essere personalizzata al paziente, in base al tipo e alle caratteristiche. Infatti l’associazione con altre forme cliniche, come nei bambini la blefarite (infiammazione del bordo delle palpebre) e negli adulti la secchezza oculare, può alterare il quadro clinico e portare ad una inutile se non dannosa somministrazione di colliri antibiotici e conseguenti resistenze batteriche.

Negli ultimi anni si è osservato un notevole incremento delle allergie oculari o congiuntiviti allergiche.
Si stima che oltre il 20-30 % della popolazione soffra di questo disturbo, soprattutto nelle aree più sviluppate.
Il nostro sistema immunitario normalmente protegge il nostro organismo da agenti esterni pericolosi come virus e batteri; talvolta, però, percepisce come minacce anche sostanze naturali innocue presenti nell’aria che prendono il nome di allergeni.

Distinguiamo diverse forme di congiuntivite allergica.

Le più comuni sono: 
  • congiuntiviti acute, in risposta ad alcune sostanze specifiche, che si risolvono in genere al cessare del contatto;
  • congiuntiviti stagionali SAC, che si presentano in genere in primavera e in autunno; 
  • congiuntiviti perenni PAC, che si presentano durante tutto il corso dell’anno.
Di diversa gravità e complessità sono la cheratocongiuntivite vernal (VKC) e la cheratocongiuntivite atopica (AKC), che determinano un coinvolgimento corneale e richiedono una valutazione clinica polispecialistica ed un trattamento complesso.

Le congiuntiviti allergiche stagionali SAC e le congiuntiviti allergiche perenni PAC sono le forme più frequenti. Nel caso delle SAC, gli allergeni sono appunto stagionali come i pollini e le sostanze liberate dalla fioritura delle piante.
Nel caso delle PAC, invece, gli allergeni sono presenti tutto l’anno come gli acari della polvere, i peli degli animali domestici, la presenza di muffe e spore fungine.
Il meccanismo principale di queste congiuntiviti allergiche è una risposta di ipersensibilità immediata ad alcune sostanze presenti nell’aria, con conseguente rilascio di una sostanza chiamata istamina che induce vasodilatazione delle arteriole (iperemia), aumento della permeabilità capillare (edema) e l’attivazione a cascata di tutti i meccanismi dell’infiammazione.

Pertanto i sintomi principali della congiuntivite allergica sono: 
  • Edema palpebrale
  • Iperemia congiuntivale
  • Prurito
  • Bruciore
  • Secrezione acquosa, talora mucosa.
La sintomatologia può essere di grado variabile e la diagnosi si effettua attraverso la storia clinica ed una normale visita oculistica, con l’osservazione tramite lampada a fessura per riconoscere e valutare i segni caratteristici dell’infiammazione.

Alcune forme di allergia presentano solo un coinvolgimento locale e questo rende difficile l’individuazione dell’agente scatenante perché talora perfino i test allergici cutanei risultano negativi. 

La diagnosi, pertanto, è prevalentemente clinica ma è molto utile anche la consultazione di un allergologo che prescriverà i test di laboratorio più adeguati.

La principale terapia è evitare il contatto con l’allergene:
  • in caso di allergia ai pollini evitare di uscire nei periodi di massima concentrazione (metà mattina, primo pomeriggio), utilizzare occhiali da sole ed effettuare una scrupolosa manutenzione degli apparecchi di condizionamento dell’aria;
  • in caso di allergeni presenti nell’ambiente domestico utilizzare deumidificatori contro le muffe ed effettuare una scrupolosa pulizia degli ambienti in caso di allergia a peli di animali o a sostanze presenti nella polvere.
La terapia medica utilizza prevalentemente lacrime artificiali, colliri antistaminici e cortisonici. Tuttavia deve essere personalizzata al paziente, in base al tipo e alle caratteristiche. Infatti l’associazione con altre forme cliniche, come nei bambini la blefarite (infiammazione del bordo delle palpebre) e negli adulti la secchezza oculare, può alterare il quadro clinico e portare ad una inutile se non dannosa somministrazione di colliri antibiotici e conseguenti resistenze batteriche.

Concludendo:
  1. le congiuntiviti allergiche sono sempre più diffuse e talora non vengono adeguatamente diagnosticate;
  2. un’accurata anamnesi ed una normale visita oculistica sono in grado di effettuare diagnosi nella maggior parte dei casi;
  3. il riconoscimento di eventuali patologie associate e la valutazione clinica del grado di infiammazione permette di creare una terapia personalizzata per ogni paziente al fine di evitare eventuali complicanze future.
 
 
Dott.ssa Cristina Carloni
Specialista in Oftalmologia
U.S.I. Piazza Vittorio - Via Machiavelli, 22
USI DOC Tuscolana - Via Tuscolana, 212/f

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